Se non ti apprezzano non ti meritano
Nov. 24th, 2013 06:27 pmOggi ero a pranzo da amici di mia madre, persone che per me sono famiglia più di quanto lo sia la mia famiglia vera, e ad un certo punto è stata fatta una battuta omofoba, come se niente fosse, e io mi sono ritrovata a pensare a che cosa sarebbe successo se avessi detto in quel momento che io sono asessuale e panromantica. Ho immaginato che la stanza si sarebbe congelata per il disagio. Ho immaginato mia madre - la stessa madre che quando le ho detto di essere interessata a tutti a prescindere dal loro genere mi ha detto che lei ama me, che le basta che io sia felice - guardarmi come se avessi fatto esplodere una bomba perché lei capisce, ma sa fin troppo bene che gli altri non lo fanno. Ho immaginato gli sguardi imbarazzati. Ho immaginato che quello sarebbe stato il punto di non ritorno, che da quel momento in avanti sarebbe stato tutto diverso, che non sarei più stata la bambina da viziare, che non sarei più stata la bambina che amava pane e salame, che non sarei più stata la bambina che non riusciva bene a pronunciare il nome di quello che ha sempre considerato suo zio. E ha fatto malissimo.
Ovviamente non posso sapere per certo se avrebbero reagito così, ma c'era un'ombra su di noi che sembravo sentire solamente io, una cappa opprimente che sembrava ripetermi che non era importante quello che era stato fino a quel momento, perché una volta dette quelle parole io sarei diventata quella strana che non ha raggiunto le aspettative di eterosessualità, sarei diventata una specie di estranea ed è orribile pensare che dopo tutta la mia vita esiste la possibilità che gente che mi ha conosciuta da quando ero in fasce e che mi ha voluto bene da sempre potesse voltarmi le spalle.
E lo stesso mi capita quando sono con chiunque. Amici di mia madre, i suoi datori di lavoro, i miei parenti veri, le poche persone della mia età che conosco in "real life". Sempre mi sento come se non potessi dire io chi sono veramente, come se fossi una specie di fenomeno da baraccone che per il quieto vivere deve tenersi la sua stramberia ben nascosta. E fa schifo sentirsi così. Perché sarebbe facile aprire la bocca e dirlo una volta per tutte, magari dopo aver sentito per l'ennesima volta che "ma io non ho nulla contro i culattoni, che facciano quello che vogliono", ma non sarebbe altrettanto facile sopportare di vedere tutti abbandonarmi, vedere la mia vita fatta a pezzi per qualcosa che sono e che non potrei cambiare neanche volendo.
Spesso si dice "se non ti accettano per quello che sei non ti meritano" e io penso che sia vero, io lo so che il problema non sono io, che sono un essere umano degno di rispetto esattamente come chiunque altro, però io a questi omofobi bigotti voglio bene, con loro rido e scherzo, con loro ho cose in comune, con loro parlo. Quando mi vedono mi abbracciano, mi dicono che hanno sentito la mia mancanza, mi fanno regali inaspettati a Natale, mi mandano gli auguri per il compleanno, mi incoraggiano. E rinunciare a tutto questo non è facile.
Ovviamente non posso sapere per certo se avrebbero reagito così, ma c'era un'ombra su di noi che sembravo sentire solamente io, una cappa opprimente che sembrava ripetermi che non era importante quello che era stato fino a quel momento, perché una volta dette quelle parole io sarei diventata quella strana che non ha raggiunto le aspettative di eterosessualità, sarei diventata una specie di estranea ed è orribile pensare che dopo tutta la mia vita esiste la possibilità che gente che mi ha conosciuta da quando ero in fasce e che mi ha voluto bene da sempre potesse voltarmi le spalle.
E lo stesso mi capita quando sono con chiunque. Amici di mia madre, i suoi datori di lavoro, i miei parenti veri, le poche persone della mia età che conosco in "real life". Sempre mi sento come se non potessi dire io chi sono veramente, come se fossi una specie di fenomeno da baraccone che per il quieto vivere deve tenersi la sua stramberia ben nascosta. E fa schifo sentirsi così. Perché sarebbe facile aprire la bocca e dirlo una volta per tutte, magari dopo aver sentito per l'ennesima volta che "ma io non ho nulla contro i culattoni, che facciano quello che vogliono", ma non sarebbe altrettanto facile sopportare di vedere tutti abbandonarmi, vedere la mia vita fatta a pezzi per qualcosa che sono e che non potrei cambiare neanche volendo.
Spesso si dice "se non ti accettano per quello che sei non ti meritano" e io penso che sia vero, io lo so che il problema non sono io, che sono un essere umano degno di rispetto esattamente come chiunque altro, però io a questi omofobi bigotti voglio bene, con loro rido e scherzo, con loro ho cose in comune, con loro parlo. Quando mi vedono mi abbracciano, mi dicono che hanno sentito la mia mancanza, mi fanno regali inaspettati a Natale, mi mandano gli auguri per il compleanno, mi incoraggiano. E rinunciare a tutto questo non è facile.